EMANUELE FOIS

Emanuele Fois nasce a Roma nel 1976 e frequenta l’Istituto statale d’Arte “Paolo Mercuri” di Ciampino, dove inizia la collaborazione con il maestro Emanuele Astengo, professore di progettazione nella sezione di ceramica, con il quale intraprende una particolare ricerca sulle antiche tecniche di manifattura, come la terra sigillata romana o il bucchero etrusco.

Contemporaneamente l’artista segue un proprio percorso di ricerca tecnico-artistica assistendo Alessandro Ferretti, scultore scenotecnico, nel cinema indipendente e d’autore e operando nella formatura e stampi in materiali naturali e sintetici.
Attualmente è impegnato in numerosi corsi di ceramica e formatura, nelle scuole e corsi di specializzazione per professionisti.

e-mail: : emanuelefois.ceramista@gmail.com

LA PAROLA ALL’ARTISTA

Nell’opera di Ilaria Paccini,, tu come intervieni?

La mia parte in questa opera è un supporto cromatico di completamento, eseguito con la tecnica in ceramica raku proprio per il suo legame con una filosofia che tende a finalizzare l’errore e la casualità.

Che cos’è la ceramica raku e come si realizza?

È uno stile di decorazione di ceramica che proviene dalla Corea e dal Giappone, corrispondente al nostro medioevo che si ottiene portando ad alta temperatura i manufatti decorati che vengono tirati fuori dal forno ad alta temperatura e mandati subito in elevata riduzione. Nei pezzi che non sono più a contatto con l’ossigeno, avviene la carbonizzazione di molti elementi che scuriscono e cambiano cromaticamente e materialmente l’aspetto della ceramica.

I colori e le decorazioni dei pezzi vengono decisi inizialmente dall’artista o c’è una parte che non si può controllare?

Gli elementi che compongono i colori li decide l’artista ma nel processo di cottura avvengono delle trasformazioni, è estemporaneo e c’è tutto un margine di errore che anche dal punto di vista chimico-fisico trasforma i pezzi in pezzi unici e irripetibili.
Anche le decorazioni sono improvvisate e scelte grazie ad una forma di linguaggio in cui ogni segno impresso sulla terra ancora cruda è ottenuto con semplici strumenti di lavoro e in base al più grande insegnamento di San Francesco, la profonda semplicità e il valore delle cose povere che noi spesso diamo per scontato.

OPERA: MEMBRA

L’opera di Ilaria Paccini è stata completata dall’artista Emanuele Fois, ceramista d’eccellenza, che ha composto la pavimentazione con mattonelle di ceramica raku: stile di decorazione di ceramica che proviene dalla Corea e dal Giappone, che si ottiene portando ad alta temperatura i manufatti decorati che vengono tirati fuori dal forno ad alta temperatura e mandati subito in elevata riduzione.
Le decorazioni che sono scaturite da questa tecnica sono improvvisate e scelte grazie ad una forma di linguaggio in cui ogni segno impresso sulla terra ancora cruda è ottenuto con semplici strumenti di lavoro e in base al più grande insegnamento di San Francesco, la profonda semplicità e il valore delle cose povere che noi spesso diamo per scontato.

L ’apprendimento tecnico e il fare artistico saranno evidenziati attraverso un workshop in cui la popolazione sarà protagonista attiva della definizione dell’opera finale quando sulle piastrelle verrà incisa la famosa frase di San Francesco: “Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani, la sua testa ed il suo cuore è un artista.”

L’esecuzione pubblica delle piastrelle di questa pavimentazione costituisce pertanto una vera e propria “opera al nero”: un processo collettivo di alchimia sociale, in cui ogni esecutore vive l’esperienza di ripartire dalle radici del fare, col fango. Ripartire dalla materia con cui – secondo il mito antico – è stato plasmato l’uomo.